I genitori e i litigi a scuola

Come costruire la continuità educativa tra la scuola e la famiglia sul tema dei litigi tra pari.
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A cura di Annalisa Schirato e Michele Vezzoli

L’esperienza sviluppata al Sassolino – scuola dell’infanzia Montessori gestita da Fondazione INTRO, partner del progetto “Litigare a Scuola” – consente di evidenziare alcune accortezze che è opportuno avere nel momento in cui una scuola si propone di applicare in modo sistematico un approccio educativo ai conflitti (che sia il Litigare Bene, la Mediazione tra pari, le Friendship Cards o altro strumento prescelto).

Praticare a scuola un metodo educativo di gestione dei conflitti rende questo tema centrale anche nella comunicazione con le famiglie.
Fare squadra tra le figure educative (familiari e professionali) permette al bambino di sentirsi protetto all’interno di una rete di valori e buone prassi condivisi.

Quando insegnanti e genitori vanno in direzioni contrastanti, il bambino o il ragazzo, pur sapendo contestualizzare le diverse regole proposte nei differenti ambienti, fatica ad accedere a livelli più sottili di evoluzione perché confuso da modelli adulti discordanti.

La nostra esperienza di applicazione di un approccio educativo a litigi a scuola (nello specifico il metodo Litigare Bene, uno dei tre analizzati dal progetto “Litigare a scuola”) ha evidenziato l’utilità di informare i genitori rispetto all’approccio ancora prima dell’inizio della frequenza a scuola.
È opportuno che già durante gli Open Day realizzati per presentare la scuola gli insegnanti spieghino in modo semplice e chiaro l’approccio educativo seguito in merito ai litigi, in modo da aprire la possibilità a successivi approfondimenti personali.

È fondamentale fare in modo che i genitori possano osservare – magari attraverso materiale audiovisivo o, se possibile, di persona – le dinamiche che si svolgono a scuola in caso di conflitto e che percepiscano la qualità dell’intervento dell’insegnante.

Un successivo colloquio con gli insegnanti potrà offrire tutte le sottolineature e i chiarimenti che l’osservazione diretta facilita: l’attenzione all’educazione emotiva, il ruolo dell’insegnante che si fa facilitatore del confronto, la maturata autonomia dei bambini e dei ragazzi più esperti, l’atteggiamento accogliente/non giudicante dell’insegnante rispetto alle emozioni e la fermezza dell’intervento nel momento in cui sia necessario ricordare le regole.
A seguire, durante la frequenza a scuola, le occasioni di litigio tra bambini saranno all’ordine del giorno, e dunque anche la possibilità di riprendere l’argomento e di far confluire le necessità di approfondimento dei genitori all’interno di colloqui e assemblee.

Per facilitare un cambiamento significativo è opportuno anche costruire un vero e proprio setting formativo, condotto da un esperto che accompagni i genitori in un delicato processo evolutivo.
La formazione chiede al genitore di esaminare prima di tutto le motivazioni del suo abituale atteggiamento rispetto al conflitto, per destrutturarlo e integrare nuove modalità di approccio.

Attraverso attivazioni mirate al riconoscimento e all’emersione dell’educazione ricevuta e del sistema culturale di appartenenza, è possibile osservare i tasti dolenti che condizionano la propria lettura delle situazioni conflittuali.

Ai genitori saranno fornite quindi informazioni legate ai bisogni dei bambini e dei ragazzi, al funzionamento del loro pensiero e del loro mondo emozionale.
A seguire verranno esposti ed approfonditi i passaggi metodologici richiesti all’adulto per facilitare i conflitti tra bambini e ragazzi ai quali dovesse assistere.

Frequentemente, in questi anni di attività con i bambini e le famiglie, abbiamo
visto diffondersi dentro le mura domestiche, anche nella pratica quotidiana, l’approccio educativo ai litigi praticato a scuola da bambine e ragazzi.
Allo stesso modo, approcciarsi a questo tema per i propri figli può motivare i genitori ad affrontare il focus della propria competenza conflittuale, attraverso percorsi più personali.

Insomma, aiutare i bambini e i ragazzi a gestire il litigio fa crescere… anche i grandi!