Di Stephen Camilleri – Relationships are Forever Foundation
Le scuole: luoghi in cui i bambini e le bambine passano molto tempo
A scuola i bambini imparano a socializzare con i loro coetanei e con gli adulti. Questo implica fare amicizia, lavorare con gli altri, scambiare idee e risolvere i conflitti.
Le scuole, tuttavia, raramente dedicano tempo ed energie allo studio dei litigi e dei conflitti degli studenti, raramente adottano strategie per gestire i conflitti in modo costruttivo e tendono ad affrontare i conflitti in modo disciplinare.
Tuttavia, gli studenti in conflitto sono in fase di sviluppo e apprendimento. Cercare di eliminare i loro conflitti o di farsene carico significherebbe togliere loro un’opportunità di crescita e di apprendimento.
Programmi per gestire i conflitti nelle scuole
I programmi di risoluzione dei conflitti cercano di creare opportunità per gli studenti e gli altri membri della comunità scolastica di riconoscere che il conflitto è una parte naturale della vita e che persone diverse rispondono in modo diverso al conflitto.
I programmi cercano anche di creare un contesto in cui gli studenti si sentano sicuri nell’esprimere le proprie emozioni, nel comprendere quelle degli altri e quindi nel gestire i conflitti in modo amichevole e positivo.
Durante i conflitti, la regolazione o l’espressione delle emozioni è vista come un’opportunità per gli studenti di sviluppare una comprensione più profonda di sè stessi e degli altri e di elaborare efficacemente le proprie emozioni e quelle degli altri.
Un programma completo per la risoluzione dei conflitti aiuta gli studenti a imparare a controllare il proprio comportamento, a fare scelte migliori e a dare loro la possibilità di risolvere i propri problemi.
La piramide del conflitto
Cohen visualizza teoricamente il sistema ideale di risoluzione dei conflitti negli ambienti scolastici come una piramide con quattro livelli: la prevenzione dei conflitti, la gestione dei conflitti, il supporto di terzi e, infine, l’interruzione dei conflitti distruttivi attraverso l’arbitrato. Le linee che dividono i quattro livelli non sono linee distinte; nessuna di esse è “impermeabile”, sebbene siano significative quando descrivono l’obiettivo dominante di ciascun livello.
Questo sistema implica che quando le scuole creano un clima scolastico positivo e democratico e un programma completo di risoluzione dei conflitti, i potenziali conflitti non si verificano.
Gli altri conflitti che potrebbero verificarsi verrebbero risolti dagli studenti stessi senza alcun intervento da parte degli adulti. I conflitti che non vengono risolti dagli studenti possono essere oggetto di mediazione da parte di uno studente o di un insegnante.
L’ultimo livello della piramide indica che ci sono conflitti che non possono essere affrontati dagli studenti stessi o con la mediazione e quindi il team di gestione senior della scuola deve intervenire con azioni disciplinari o con l’arbitrato.
Processi di risoluzione dei conflitti
Secondo Cohen esistono tre principali processi di risoluzione dei conflitti: negoziazione, mediazione e arbitrato. Questi tre processi si basano l’uno sull’altro, tuttavia, man mano che si procede dalla negoziazione all’arbitrato, gli studenti perdono potere. Quando gli studenti negoziano tra di loro, hanno il pieno controllo e devono utilizzare varie abilità (ad esempio, capacità decisionale, capacità di negoziazione, empatia e altre) per gestire il conflitto da soli. Quando viene introdotto un arbitro, gli studenti non hanno alcun controllo sul processo e sull’esito.