La mediazione tra pari

L'articolo presenta la Mediazione tra Pari e l'esperienza della Scuola Ivana Goran Kovačić di Vrbovsko (Croaziai, e del Centro per la Pace, la Nonvionenza e i Diritti umani di Osijek (Croazia).
Condividi:

DEDICARSI CON METODO AI LITIGI TRA STUDENTI A SCUOLA

Di Natalija Havelka e Tanja Jakovac

La scuola Ivana Goran Kovačić di Vrbovsko (Croazia) – partner del Consorzio Erasmus+ “Litigare a scuola” – propone agli studenti dagli 11 anni la mediazione tra pari. Gli insegnanti della scuola sono stati formati nel 2009 e da allora la applicano regolarmente.
La filosofia e la metodologia di questo metodo sono state influenzate da Adam Curle e dalla Comunicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg, e altri studiosi.
La mediazione tra pari è utile a studenti, insegnanti e genitori per cambiare gli atteggiamenti e le convinzioni sulla gestione dei conflitti.

Siamo ancora abituati a confrontarci con le convinzioni tradizionali, secondo cui i conflitti devono essere risolti con le sanzioni; gli insegnanti possono invece scoprire che i conflitti fanno parte della vita quotidiana e possono essere risolti senza punire gli studenti.

Come funziona la mediazione tra pari?

Coinvolge due studenti e un mediatore. Il metodo si basa sulla neutralità del mediatore: ciò contribuisce a creare un sentimento di apprezzamento e di ascolto attivo per entrambe le parti coinvolte nel litigio, che imparano a rafforzare la consapevolezza di sé, diventano più empatici e sviluppano la consapevolezza della responsabilità individuale e collettiva.
Il metodo prevede cinque fasi, necessarie per sviluppare questo approccio: definire le regole; descrivere la situazione di conflitto; porsi domande e definire le posizioni; offrire una possibile soluzione; trovare un accordo sulla soluzione che sia accettabile per entrambe le parti.

Avete bisogno di aiuto? Chiedete a un mediatore

In questo modello, gli studenti sono informati su dove e quando possono rivolgersi a un mediatore. Gli insegnanti conoscono la mediazione e quando i loro studenti hanno bisogno di aiuto li indirizzano ai mediatori, invece di fare loro la parte del “giudice” nel conflitto.
Gli studenti e l’insegnante, con un questionario anonimo, scelgono alcuni compagni di classe, dei quali ritengono di potersi fidare in una situazione di conflitto. Questi hanno l’opportunità di diventare mediatori. I futuri mediatori selezionati, insieme ad almeno due insegnanti, si incontrano una volta alla settimana e imparano le tecniche e le abilità che servono per la mediazione.
In questo modo intere classi di studenti imparano a conoscere i conflitti, i sentimenti e i bisogni coinvolti in essi. Sono introdotti alla pratica della mediazione e ad alcune abilità utili per la risoluzione dei conflitti.

Uno spazio e un tempo per confrontarsi

La maggior parte delle sessioni di mediazione sono organizzate in una stanza riservata solo al Club della Mediazione, con cartelloni che riportano le linee guida della comunicazione e le fasi della mediazione, e documenti vari, come il codice etico per i mediatori.

I mediatori non suggeriscono cosa fare o dire, ma aiutano i compagni a parlare in uno spazio sicuro, senza insulti, e a scegliere una soluzione che soddisfi entrambi.

Gli studenti vengono aiutati dai compagni a risolvere la situazione con un esito win/win. Acquisiscono l’esperienza che risolvere i problemi in questo modo è possibile e sono motivati a provare loro stessi, nei conflitti futuri, ad ascoltare l’altra parte, e a cercare di trovare soluzioni creative.
Una persona adulta attende nella stanza accanto, nel caso in cui i mediatori chiedessero aiuto.
Se la mediazione non porta a una soluzione, viene ripetuta due volte; se non porta a un accordo, l’adulto decide sul conflitto.

Il programma di formazione

Può essere iniziato già dalla quarta o quinta classe delle scuole primarie. Non è consigliabile iniziare più tardi (ma il programma può essere adattato alla prima classe della scuola secondaria).
Il programma sviluppato dal Centro per la Pace la Nonviolenza e i Diritti umani di Osijek consiste in 5 giorni completi di formazione. Naturalmente la formazione deve essere pianificata con gli insegnanti che saranno coinvolti, e deve passare attraverso la presentazione del programma a tutta la scuola (insegnanti, rappresentanti degli studenti e dei genitori).
Il team del Centro sostiene la scuola per almeno due anni scolastici; durante il secondo anno il supporto consiste nell’organizzare il lavoro del Club di mediazione, mettendolo in contatto con altre scuole che hanno Club di mediazione tra pari.

I bambini e gli adolescenti possono fare da soli

Il ruolo degli insegnanti è quello di riconoscere che c’è un conflitto: l’insegnante dovrebbe chiedere loro di cosa si tratta e indirizzare gli studenti al Club di mediazione.
La regola per gli studenti è che se si ha un conflitto che non si riesce a risolvere da soli o si vuole trovare aiuto, bisogna rivolgersi ai mediatori del Club di mediazione.
Gli insegnanti sono responsabili del sostegno ai mediatori: dovrebbero essere vicini a loro durante il tentativo di conciliazione, per poter aiutare o consigliare i mediatori tra pari, se necessario. Inoltre, dopo la sessione, è bene che gli insegnanti si confrontino con i mediatori sul percorso fatto, sui sentimenti coinvolti e le esigenze dei mediatori, festeggiando insieme i successi ottenuti.
Anche il pedagogista scolastico ha un ruolo importante. Si raccomanda vivamente che lo psicologo e il pedagogista scolastico partecipino alla formazione e all’intero processo di lavoro.

In conclusione, la mediazione tra pari è un approccio complesso, che richiede una buona formazione per i mediatori, gli insegnanti che conducono il processo, gli studenti e i genitori; ma questo sforzo può diffondere nella comunità scolastica un atteggiamento diverso nei confronti dei litigi in primo luogo, e dei conflitti in generale, basato sulla capacità di comprendere i comportamenti e i sentimenti reciproci, e di condividere le opinioni e la ricerca di un accordo in modo non violento.

Tanja Jakovac [Translated by Davorka Nekić]