La Metodologia della Narrazione e della Riflessione

La MNR è stata sviluppata a seguito di una ricerca che ha evidenziato il bisogno dei bambini di essere ascoltati e il senso di solitudine degli insegnanti nel gestire i conflitti.
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di Maria Teresa Vacatello

Cos’è la MNR?

La MNR (Metodologia della Narrazione e della Riflessione) è una pratica strutturata di gestione della classe che mira a favorire la comunicazione al suo interno attraverso la riflessione individuale e il dialogo di gruppo, condotto su materiali preparati.

La MNR mira allo sviluppo di competenze relazionali caratterizzate da apertura, disponibilità all’ascolto, fiducia, rispetto dei diversi punti di vista, condivisione, valorizzazione delle differenze.

Ciò dovrebbe avere un impatto positivo sulle risorse di ciascuno per affrontare le difficoltà nelle relazioni interpersonali e per gestire i conflitti dentro e fuori la classe.

Come funziona la MNR

La MNR è stata sviluppata dopo una ricerca condotta nel 2002 e nel 2005 nel Nord Italia (Genova) che ha evidenziato 1) il bisogno dei bambini di essere ascoltati; 2) il senso di solitudine degli insegnanti nel gestire i conflitti.

Quindi la MNR consiste quindi in una sessione (100-120 minuti). Devono essere presenti due insegnanti (facilitatore e osservatore). La sessione è strutturata in diverse fasi:

  1. Lettura individuale di una scheda in cui un testo presenta una situazione conflittuale.
  2. Riflessione guidata in piccolo gruppo sulla situazione presentata nel testo. La scheda presenta anche una serie di domande che gli studenti possono discutere.
  3. Fase di focus group: gli studenti, in una sessione plenaria, discutono la situazione del testo, facilitati dall’insegnante.
  4. Sessione di restituzione: l’insegnante riassume i diversi punti emersi durante la discussione.

Il focus group trasforma la riflessione in un’operazione di confronto, basata sulla problematizzazione, sull’indagine e sul dialogo, e promuove il processo cognitivo del gruppo classe come comunità di ricerca.

Aspetti chiave:

  • Non è possibile indicare a priori l’andamento del focus group perché dipende da infinite variabili, dalle situazioni individuali e dalle dinamiche di gruppo che si manifestano. Il facilitatore può solo ricordare le regole generali di gestione del gruppo, come i turni di parola.
  • Lo stile di conduzione del facilitatore è molto importante. Il facilitatore deve ottenere l’attenzione e la disponibilità all’ascolto reciproco, cercando di far intervenire tutti o la maggior parte degli studenti, facendo in modo che il suo stimolo abbia un effetto di facilitazione e non di ostacolo.
  • Il facilitatore deve evitare uno stile direttivo e seguire uno stile di facilitazione socratico, che valorizza le risorse del gruppo e crea una partecipazione equa e diffusa.
  • Il facilitatore deve stare al centro dell’aula vicino agli studenti, per avviare una comunicazione paritaria. Deve gestire la comunicazione non verbale: sorride, gioca, dà la parola, comunica ascolto attivo, pone domande, entra in empatia con il gruppo.
  • Il facilitatore deve essere flessibile per adattarsi alle varie situazioni.

Uno strumento molto flessibile

La MNR è nata in ambito scolastico ma, nel corso degli anni, è stata utilizzata per affrontare questioni o problemi di vario genere, soprattutto con i genitori.

La MNR è stata e sarà utilizzata per sostenere l’inclusione scolastica, prevenire il disagio e l’abbandono scolastico e sviluppare percorsi di educazione alla cittadinanza/civica. È stata utilizzato anche per i Percorsi di Orientamento e Competenze Trasversali (PCTO).

Durante l’emergenza COVID è stato sperimentato con successo l’uso del MNR come attività integrativa alla didattica online, anche se la presenza in loco nelle tecniche di MNR rimane un prerequisito.


Ulteriori informazioni sono disponibili qui.
Altre informazioni qui.

Riferimenti

Promuovere la socialità a scuola – La Metodologia della Narrazione e della Riflessione, Randazzo G., Peccenini R., Russo M., Vacatello M.T., Edizioni scolastiche, Bruno Mondadori, Milano, N°23, giugno 2009, da p. 11 a p.14.